(Credits Photo:
profilo facebook di Page Spiranac)
La ragazza che vedete nella foto
si chiama Paige Spiranac. È una
giocatrice di golf statunitense di 22
anni. Paige è arrivata alla ribalta delle cronache sportive (e non solo) di
tutto il mondo per un episodio accaduto lo scorso dicembre. La golfista
statunitense infatti, è stata invitata dagli organizzatori all’Omega Dubai
Ladies Masters, uno dei principali tornei di golf al mondo, al quale
si accede entrando in una “graduatoria” di merito acquisito nelle gare
precedenti. Fin qui nulla di strano, tutto nell’ordine delle cose nel mondo
dello sport, e del golf.
A dirla tutta, Paige ha
partecipato a quella gara pur non avendo acquisito precedentemente il diritto a
farlo per meriti sportivi. Prova ne è il fatto che ha terminato il torneo alla
101esima posizione su 103 partecipanti.
Paige è stata invitata per la sua
avvenenza e per i suoi volumi sui social (1). Proprio così, gli
organizzatori hanno visto in Paige la capacità di portare nuovo pubblico, e
nuove attenzioni, grazie al forte ascendente sviluppato sui social. Semplificando:
è come se al torneo di Dubai avessero invitato il pubblico più che la golfista.
Questa, se ancora ce ne fosse
bisogno, è l’ennesima prova di quanto sia ormai necessario, per un personaggio
“pubblico”, avere dei volumi di apprezzamento sui social derivanti da un’azione
efficace di personal branding.
La dimostrazione lampante di
quanto appena affermato arriva nelle ore successive al torneo.
Come è possibile immaginare, le
altre atlete non hanno accolto Paige con i guanti, e non hanno nascosto il loro
astio con i media, che hanno
riportato immediatamente la notizia. Dapprima sulla stampa di settore, e successivamente su quella generalista e di gossip.
Un vero e proprio pandemonio che
Paige (o forse il suo entourage) ha
saputo mettere “in cassaforte” a proprio vantaggio.
Infatti all’attività sui social,
si è aggiunta quella di Relazioni
Pubbliche e di stampa che ha fatto lievitare il valore commerciale
dell’atleta.
Grazie al tam tam mediatico, i fan virtuali (e reali) si sono moltiplicati
andando ad incrementare il patrimonio di pubblico di Paige. Proprio quella
“moneta” che ha portato la ventiduenne a Dubai. La rassegna stampa ha raggiunto numeri da capogiro, mentre le azioni
di RP hanno portato ad un intreccio
di relazioni istituzionali e
tecniche che hanno innalzato la 101esima classificata del torneo nel gotha del golf mondiale.
Basti pensare allo spazio che “Golf Digest” – autentica bibbia del
golf mondiale – ha dedicato alla nostra “webstar”,
con tanto di consigli tecnici sullo swing,
che forse sarebbe stato opportuno chiedere alle altre 100 classificate prima di
lei.
Un’azione di comunicazione integrata e di capitalizzazione del risultato di
grandissimo impatto sotto molti punti di vista.
Non è mia intenzione dare giudizi
su Paige come atleta, così come ritengo inutile ribadire la mia posizione sulla
meritocrazia, tuttavia non possiamo non focalizzarci sul fatto che ormai le
regole “del gioco comunicativo” e i
nuovi modelli di business si basano sui parametri utilizzati dall’atleta
statunitense.
Non è più efficace pensare che “basta essere bravi” nel proprio
lavoro per avere delle opportunità per dimostrarlo. Nella strategia di creazione delle opportunità bisogna inserire la “dote
del pubblico”. Un pubblico certificato virtualmente ma con la base piantata nel
mondo reale. Tutto questo solo per avere la possibilità di poter in seguito
capitalizzare il risultato attraverso un’azione di RP, stampa e comunicazione integrata.
Paige non sarà la migliore
golfista al mondo, ma oltre ad essere indiscutibilmente bella, ha avuto la
capacità di attuare una strategia di personal branding vincente.
Vale la pena interrogarsi sulla
propria…
Emmanuele Macaluso
Note:
(1) Di seguito i volumi raggiunti da Paige Spiranac
aggiornati al 10 febbraio 2016
Pagina Facebook -
98.615 “like”
Profilo Twitter - 74.500 “followers”
Instagram - 613.000 “seguaci”